25 luglio 2007


Traversata della Slovenia in monopattino
(dalla Ungheria a Trieste in 5 giorni)

Se volete contattarmi potete farlo al seguente indirizzo:
tagliatima@gmail.com sarò felice di leggere i vostri commenti

04 Luglio 2007
Ci svegliamo alle sette del mattino nel nostro albergo di Trieste, dobbiamo prendere il treno che ci porta a Monfalcone e da qui cambiare per andare a Ljubljana dove, dopo aver pranzato, e mentre cade una pioggia battente, ci attende il treno per Murska Sobota; ma la nostra giornata ancora non è finita: qui infatti dalla stazione dei treni a quella dei pullman, dove ci attende l'ultimo mezzo, ci sono due chilometri, che non vogliamo assolutamente fare a piedi coi nostri monopattini a tracolla, pertanto cerchiamo un taxi, ed abbiamo il primo impatto con la grande disponibilità degli sloveni; Simone va dal capo stazione e gli chiede di chiamargli un grande taxi che possa portare noi ed i monopattini alla stazione dei pullman, dopo cinque minuti siamo in viaggio. Il pullman ci porta finalmente a destinazione: Lendava, a 7 chilometri dal confine ungherese.


Mappa della Slovenia



(I monopattini imballati per il viaggio)


(Simone spiega ad un poliziotto come si va in monopattino)


05 Luglio 2007
Sveglia, colazione e taxi, ancora una volta non vogliamo fare della strada in più per recarci al confine ungherese dove inizierà ufficialmente l’impresa. Ma stavolta il taxi non è all'altezza, si tratta di una "Clio" che per portare me ed il mio monopattino deve viaggiare col bagagliaio aperto, e deve fare due viaggi per accompagnarci entrambi al confine. Qui passiamo la frontiera, facciamo cinquanta metri in territorio ungherese, e poi dietrofront, ripassiamo davanti ai dubbiosi doganieri e comincia la nostra avventura. Il clima è soleggiato e fresco, siamo intorno ai trecento metri sul livello del mare, unica pecca è il vento contro. Ci fermiamo in un bar a bere qualcosa ai km 12 e 26; la strada è pianeggiante e troviamo molte ciclabili, il paradiso dei monopattinatori. Ma i problemi non tardano molto a mostrarsi. Ad un incrocio interpretiamo male i segnali e non giriamo a sinistra, fortunatamente ci accorgiamo presto dell'errore, ma i tre chilometri in più scocciano. Verso le 13.30 ci mettiamo in cerca di un posto dove mangiare ma facciamo una triste scoperta: i bar vendono solo da bere, e non hanno assolutamente nulla da mangiare, nemmeno delle noccioline. Il tempo passa, la fame cresce, le forze vengono meno; attraversiamo paesi così piccoli da non avere uno straccio di ristorante, il tragitto si snoda attraverso strade assolutamente secondarie, due o tre volte si inerpica fino a paesini posti in cima a ripide colline, costringendoci a scendere e spingere i
monopattini per qualche centinaio di metri. Poi, come in “Frankenstein Junior”: "potrebbe andare peggio, potrebbe piovere"; ed in fatti il vento aumenta, ovviamente mantenedosi sempre contrario, e porta nuvole nere, e per dieci minuti pioviggina, costringendoci ad indossare i k-way; alle porte di Ptuj troviamo finalmente un qualcosa, non lo si può definire ristorante, che ci dà da mangiare, zuppa, insalata e carne, sono le 16.00 e siamo allo stremo delle forze, ed è solo il primo giorno. Rinfrancati dal cibo entriamo in città e troviamo un albergo.
PARTENZA: ore 10.00 - confine ungherese
ARRIVO: ore17.10 - Ptuj
68.92 km in 4h 52'

(Simone al confine Ungheria - Slovenia)

(io, Massimiliano, o Slim – come da sempre mi chiama Simone - al confine Ungheria - Slovenia)

(il giardino del bar dove abbiamo fatto la prima sosta)
06 Luglio 2007
Partenza alle 9.15, ma prima ci facciamo gonfiare entrambe le ruote in un negozio di bici e moto di fronte all’albergo. Simone ne approfitta e compra un paio di pantaloncini nuovi. Parlando col meccanico scopriamo che in sloveno il monopattino si chiama “skiro”. Traendo esperienza dalla giornata di ieri, al km 12 ci fermiamo in un market e compriamo della frutta, rimaniamo stupiti dei prezzi veramente modici. Alle 12.30 ci mettiamo subito alla ricerca di un ristorante, che troviamo con insperata facilità; il tempo. fortunatamente, si è rimesso al bello, e la temperatura è salita, dopo pranzo incontriamo un pò di saliscendi, nulla di particolarmente impegnativo, le strade secondarie sono davvero poco trafficate ed il paesaggio è ameno. Ad un certo momento, in modo abbastanza repentino, inizio a sentire un doloretto ad un tallone, forse insorto a seguito di qualche strano movimento fatto dopo essermi fermato per fissare meglio il portaborracce al monopattino. Mi preoccupo – anzi ci preoccupiamo – tantissimo, passo vari chilometri andando piano e “ascoltandomi”, poi per fortuna il fastidio scema sino a scomparire. Ricomparirà a tratti il giorno successivo in forma leggera, e poi più. Alle 17.00 arriviamo a Celje, qui troviamo un ottimo albergo, dove ci danno due stanze al
prezzo di una matrimoniale. Ci facciamo anche dare due sporte piene di ghiaccio, con cui diamo sollievo al mio tallone e più in generale a ginocchia piedi e polpacci. Il centro di Celje è sicuramente più bello di quello di Ptuj, finiamo a mangiare in un ristorante italiano.
PARTENZA: ore 9.15 - Ptuj
ARRIVO: ore17.15 - Celje
63.45 km in 4h 48'



(lungo la strada per Celje)

(io con Biancaneve e i sette nani)

(Celje)

(Simone manda un messaggio alle donne slovene)


07 Luglio 2007
Cerchiamo di partire un po' prima del solito: ci siamo informati e oggi ci attende una dura salita. Partiamo molto piano, ci fermiamo a bere e a mangiare della frutta, ed ecco la salita. Non troppo ripida, si aggira sul 8% e così passiamo dai 240 ai 600 metri s.l.m.. A pochi chilometri dallo scollinamento ci fermiamo ad un ristorante. Al momento di ripartire Simone dimentica gli occhiali da sole sul cofano di un'auto, se ne accorge dopo quasi un chilometro, non ha nessuna intenzione di tornare indietro e rifarsi la salita, mi lascia il suo “skiro” e cerca un passaggio; ma ancora una volta gli sloveni si rivelano davvero speciali; mentre attende si avvicina a lui una signora con in mano i suoi occhiali!!! Al ristorante le avevano detto che due
strani personaggi li avevano dimenticati, e le avevano chiesto se per favore glieli poteva riportare, dato che certamente non erano andati tanto lontano. Iniziamo la discesa verso Ljubljana, stanchi ci fermiamo a Domzale, a 15km dalla capitale. Qui il gestore, tale Martin, è un tipo davvero ameno, ci mostra numerose foto di sé stesso in compagnia di stupende ragazze, partecipanti al concorso di Miss. Slovenia, che tutti gli anni vengono a dormire nel suo albergo in occasione della manifestazione che si svolge a Lubljiana, a pochi chilometri.
Poi ci avverte che non siamo i primi monopattinatori a fare sosta nel suo hotel, dato che qualche anno fa si fermò un soggetto (di cui ci mostra le incredibili foto) ultrasessantenne, alto più di due metri, che era giunto qui dall’Olanda (suo paese di origine) a bordo di un monopattino enorme… ce ne sono di matti in giro, mica solo noi!
PARTENZA: ore 8.30 - Celje
ARRIVO: ore16.15 - Domzale
63.02 km in 4h 45'

(io in posizione plastica)

(la prima vera salita)
08 Luglio 2007
Oggi ci avvicineremo molto all'Italia, è la tappa più impegnativa, sia perchè veniamo già da tre giorni di fatica, sia perchè avvicinandoci al Carso le salite non mancheranno; ci consola sapere che i luoghi che attraverseremo saranno quelli paesaggisticamente più affascinanti. Andiamo piano e ci fermiamo spesso per alimentarci. La salita che ci porta a Logatec é simile a quella del giorno precedente; qui ci fermiamo a mangiare e poi ripartiamo, ma ad un incrocio piuttosto complicato sbagliamo strada e dopo circa 2 chilometri di salita ci rendiamo conto dell'errore; ancora strada in più e perfino in salita! Torniamo all'incrocio, ma poco dopo, certi di aver preso la giusta direzione rimaniamo stupiti di non trovare il bivio per la nostra destinazione: Bukovje. Proseguiamo dubbiosi in mezzo ad un meraviglioso bosco, sulla nostra sinistra solo bivi con strade non asfaltate; e nessuno a cui chiedere, se non un cicloturista che estrae la sua cartina e ci conferma che siamo sulla giusta strada. Ma del bivio nessuna traccia… finalmente una locanda ci leva ogni dubbio, il bivio era una delle strade non asfaltate che avevamo incrociato, possiamo comunque raggiungere Bukovje anche dalla strada che comincia qui, ma si tratterà comunque di un sentiero sterrato. L’alternativa sarebbe proseguire per la strada asfaltata ma facendo più chilometri e con maggiore dislivello. Prendiamo una decisione; dormiremo qui alla locanda e domattina spingeremo i monopatini per i cinque chilometri di strada sterrata che ci separano da Bukovje. Il luogo è piacevole, tipo rifugio di montagna. La stanchezza è tanta ma l’umore è altissimo, siamo ad un solo giorno di monopattino dalla meta! L’ultima nota della giornata riguarda il menu proposto dalla locanda, in cui é presente anche l'arrosto di orso, che non assaggiamo per una forma di tenerezza
che avvertiamo nei confronti del povero animale. Però chissà perchè, il cinghiale non ci ispira il medesimo sentimento… sospetto che i vari Baloo, Winni Pooh e Yoghi ci abbiano influenzato non poco… come si può mangiare un cartone animato?
PARTENZA: ore 8.40 - Domzale
ARRIVO: ore17.00 - bivio per Bukovje
64.90 km in 5h 38'



(Martin il gestore dell'albergo di Domzale)

(Simone si riposa in mezzo al bosco)


(io che mi rinfresco tra la strada ed il bosco)
09 Luglio 2007
Dopo aver fatto colazione ci incamminiamo lungo la strada non asfaltata; oggi la tappa doveva essere di soli 45 chilometri, ma non essendo arrivati a destinazione ieri, dovremo inevitabilmente allungare. Finito lo sterrato, incontriamo qualche chilometro di saliscendi, poi inizia finalmente la discesa che ci porterà a livello del mare, con vari tratti di discesa costante, uno in particolare di almeno 5-6 chilometri con una dolce pendenza che per noi monopattinatori può essere paragonato solo al paradiso; mentre scendiamo la consapevolezza di essere vicini alla meta. Ed ecco infatti il confine: abbiamo attraversato un intero stato! Dall’Ungheria all’Italia, la Slovenia ci lascia splendidi ricordi, sotto il profilo sportivo, paesaggistico e umano. Molto piacevoli (e in alcuni punti addirittura splendidi) i luoghi attraversati, molto cortesi le persone incontrate, dappertutto attestati di simpatia e grande curiosità per i nostri mezzi che nessuno aveva mai visto circolare. Da Villa Opicina, la picchiata finale su Trieste è pura gioia. L’arrivo è previsto in piazza Unità d'Italia, dove ci aspettano Pietro e Maura che ci fanno un sacco di feste, in mezzo a passanti incuriositi dai nostri monopattini… ci concediamo anche un giro d'onore intorno alla Piazza, degna conclusione di una
avventura entusiasmante.
PARTENZA: ore 9.15 - bivio per Bukovje
ARRIVO: ore17.00 - Trieste
61.55 km in 4h 43'


(lungo lo sterrato)

(il confine Italia - Slovenia)


(noi in piazza Unità d'Italia a Trieste, con la "nostra" bandiera)

TOTALE: 321.84 km in 24 ore 46 min

Collegamenti a tutte le foto:
2007 lug 04 - Andata in Treno
2007 lug 05 Confine - Ptuj
2007 lug 06 Ptuj - Celje
2007 lug 07 Celje - Domzale
2007 lug 08 Domzale - bivio per Bukovje
2007 lug 09 bivio Bukovje - Trieste










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