25 aprile 2008

In cima alla collina, uno stormo nero muta a trasmuta. Il colore dello stesso colore si staglia all'orizzonte; sento quasi la pioggia neutrinica che mi attraversa.
E' l'alba... un nuovo giorno iniza su questo nuovo mondo, il primo giorno del resto della mia vita.
Comincio a volare al disopra delle valli, dei laghetti, delle case, mi unisco allo stormo; non farò più ritorno laggiù, ci lascierò solo la mia carne, lei vedrà altre cento albe come questa, vedrà altri stormi, ma non mi ricoscerà, vedrà il mondo scorrergli davanti, come un fiume col pescatore, ma non si tufferà; sentirà la vita scorrergli dentro, come l'acqua nel setaccio del cercatore, ma non tratterrà l'oro.
Nessuno laggiù si accorgerà che quella carne non sono io; e quando verrà seppellita tutti piangeranno (avrebbero dovuto farlo oggi); nessuno vedrà i vermi che ci sono dentro, come nessuno ha vistooggi, la farfalla che si è unita allo stormo.

# Ottobre 1989 #

La pallina da flipper

Alle mie spalle la molla si comprime, qualche forza misteriosa sta agendo su di lei.
Poi improvvisamnete libera la sua energia potenziale e a velocità relativistica percosso il lungo corridoio buio.
All'improvviso mi trovo nello sconfinato piano di gioco: di fronte a me mille vie diverse, caverne misteriose, funghi velenosi, colorati special da accendere, buche attraenti e altre pericolose; la in fondo, il finale della mia partita, la voragine senz ritorno, sorvegliata da due guardiani.
Comincio a rotolare verso il basso, attratto da quel potente mistero; intanto cerco la via migliore, quella che accende tutte le luci.
Butto giù birilli, rimbalzo contro pareti, mi infilo in angoli tranquilli; ecco un allettante cunicolo, sono all'ingresso quando il mondo si sposta e vengo portato nella via accanto; vedo già la fine , ma uno dei guardiani mi salva portandomi di nuovo in alto.
Forse è la mia ultima occasione, mi dirigo verso l'ultimo birillo, se riesco a centrarlo vinco la partita, ci sono addosso quasi lo tocco...
il buio cala, tutte le luci si spengono, solo una scritta appare lassù; scivolo rapidamente in basso, non c'è più nulla che mi trattenga, perfino i guardiani hanno chiuso gli occhi. Mentre precipito nel pozzo nero senza fondo, vedo solamente quella scritta lassù: << TILT >>.

#1989 Ottobre#

Eccoti.
Groviglio di plesso solare
tremito labiale
e muro invalicabile.
Immenso universo vuoto
nel mio cervello
fatto solo di pareti,
immenso univero si profumo.
Lacrime di pietra
bastone tracheale
e spasmo cardiaco.
Vita, Morte
non Vita, non Morte
Morte, Vita.
Sconfinato amore
che spaventi;
luce, calore, Sole
Karman, Màyà, Tao
Scoppio, eruzione.
Annego, soffoco.
Amore, Amore, Amore, Amore
immenso Amore
che fai male;
troppo.
Che non rendi felice.
Confusione, immagini
pensieri, azioni.
Eccoti.

#Settembre 1989#

Lo so, chiedevo molto
chiedevo troppo.
Chiedevo le lacrime alla luna,
ma ero pronto come petalo di rosa con la rugiada.

Chidevo oceano di panna,
profumo d'amore.
Tutto ciò mi concedesti
mi sentii paladino invincibile,
degli eroi il più imponente.
Cosa ho dato in cambio?
Fredda lastra di marmo bianco;
ramo morto di un albero millenario,
solo il granello su cui poggia il cosmo intero.

#Agosto 1989#

Ho perso il mio amore per te
Ho perso il mio diamante più prezioso

#Luglio 1989#

Finalmente ce l'ho fatta
ho smesso di soffrire per te
e per il mio amore non corrisposto,
ho smesso di piangere
al solo sfiorarti col pensiero,
ho smesso di angosciarmi
per non averti più con me.

E' successo all'improvviso
senza che io me ne accorgessi
così, da un giorno all'altro.

Io che per mesi mi sono chiesto
come un amore possa finire
adesso lo sò,
ma se dovessi raccontarlo
non avrei spiegazioni.
Si è vero, ti ho vista con un altro
ma non è stata la gelosia
non è stato l'orgoglio
non è stata la rabbia.

E' come se un meccanismo
si sia inceppato.

Dopo mesi di immensa gioia
e di immenso dolore
cosa è rimasto
e cosa sarà in futuro?
Velati rcordi
e noia.

Rimane però qualcosa di incompiuto.
Quel meccanismo inceppato
che qualcuno un giorno
farà scattare,
chissà magari proprio tu
oppure un'altra fata
dalla magica bacchetta.

Finalmente oggi ho la certezza
che chiunque sarà
tutto tornerà a splendere
e io riuscirò ancora ad amare.

Finalmente ce l'ho fatta.


#Luglio 1989#






09 aprile 2008

Era ormai passato un anno.
Mi accorsi che stavo correndo.
Ma mentre le mie braccia si muovevano libere,
come il mio busto;
la mia mente e le mie gambe
poggiavano su uno strato di melma
profondo trenta centimetri.
Ad ogni passo correvo il rischio di perdere la scarpa e l'intelletto.
Saltare era impossibile,
mi guardai intorno ma non vidi nient'altro che fango.
L'unica cosa che potevo fare era
cercare di non affondare sempre più.
Fu allora che calò su di me una tristezza infinita;
simile ad una fine pioggerellina d'autunno,
che rese il mio viaggio ancora più faticoso.
Aspettai con ansia che un piccolo raggio di Sole
penetrasse fra la coltre di nubi nere
e seccasse la palude.
Passarono i mesi,
passarono gli anni.
Ormai avevo perso ogni speranza
di rivivere anche solo per un'ora,
quella felicità passata;
di correre su un prato verde
circondato da fiori.
Poi un giorno,
quando ormai avevo deciso di farmi sommergere dalla malinconia,
di lasciarmi avvolgere dal fango;
vidi davanti a me un fiume.
Cosa fare:
fermarsi e lasciarsi inghiottire dalla nostalgia,
oppure raccogliere tutte le forze e attraversarlo a nuoto,
col rischio di affogare nell'impresa?
Inspiegabilmente
dopo anni di rassegnazione
qualcosa dal fondo dell'inconscio
o dal fondo dei piedi
mi diede la speranza
che di la dal fiume
non avrei trovato fango
ma un verde prato
dove correre a perdifiato.
scesi lentamente nell'acqua e cominciai a nuotare.

#1989 Luglio#

"Ciao, sono contento di vederti"
gli vado incontro e la stringo forte fra le mie braccia.
"Anch'io !?"
"Come ti è andato l'esame?"
e intanto la bacio
"Abbastanza bene..."
le prendo la mano e ci incamminiamo
"Sei sempre bellissima"
e l'abbraccio ancora più forte.
Ma sento del bagnato sul mio viso!

Com'è brutto svegliarsi,
dopo aver sognato.

#Luglio 1989#

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